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Cosa bere con i cinesi
Per la nostra serie #ATavolaConiCinesi continuiamo il viaggio nel galateo a tavola con gli ospiti cinesi e dopo i consigli generali su Cosa Mangiare con i Cinesi
Molto spesso capita a noi italiani di pensare che gli stranieri siano strani. Hanno strani gusti, soprattutto per il mangiare e beh, diciamocelo, anche per il bere. Non posso dimenticare il volto sconvolto del cameriere della mia pizzeria di fiducia quando mio cugino, in visita dal Regno Unito, ha ben pensato di ordinare un cappuccino per accompagnare la sua quattro formaggi … E se a così poca distanza geografica abbiamo già delle diversità così evidenti, che succede quando ci troviamo a bere qualcosa con i nostri cari amici o ospiti cinesi?
Dobbiamo considerare due situazioni principali: il caso in cui sono gli ospiti cinesi a venire in Italia e siamo noi a portarli a bere o a mangiare qualcosa e quello, forse persino più complesso, quando siamo noi italiani a essere ospiti in sinica terra.
Cosa Dare da Bere ai Cinesi in Italia
La prima cosa fondamentale eppure per nulla scontata per noi è Acqua Calda.
Niente più, niente meno.
I cinesi difficilmente bevono acqua di frigorifero, soprattutto le donne e soprattutto in determinati periodi del mese, e difficilmente sono abituati all’acqua frizzante, alle nostre tanto amate bollicine, le conoscono e le apprezzano solo i cinesi facoltosi e ormai avvezzi alle usanze esotiche occidentali.
Quello che i cinesi bevono, di base, è 开水 kaishui ovvero, acqua bollita. In Cina è importante differenziare acqua calda e acqua bollita perché, beh, i problemi di inquinamento idrico fanno sì che non si possa assolutamente bere l’acqua calda del rubinetto, ma si debba sempre e comunque bere l’acqua dopo averla bollita sperando di aver così debellato buona parte dei batteri che essa contiene. I cinesi hanno fatto di necessità virtù e seguendo i dettami della medicina tradizionale che dice che i liquidi troppo freddi danneggiato il Qi, l’energia dello stomaco e della milza che governano l’assorbimento delle sostanze nutritive, hanno sviluppato l’abitudine di bere kaishui.
Non solo bevono l’acqua preferibilmente calda o tiepida anche d’estate, ma la considerano anche una panacea per tutti i mali del mondo, o quasi.
Ricordo nitidamente una terribile raucedine che mi colpì proprio il giorno prima della Festa di Natale dell’università in cui avrei dovuto fare da presentatrice degli spettacoli degli studenti stranieri, non riuscivo praticamente a parlare e la mia professoressa è stata ferrea nel volere che bevessi almeno e dico almeno sette tazze di kaishui nel giro delle sue tre ore di lezione. Sembrerà impossibile, ma a fine giornata, dopo anche un paio di bicchieri di tisana zenzero e miele, sempre propinatomi dalla mia prof., la voce era tornata al suo posto e lo spettacolo del giorno dopo andò per il meglio.
Tip d’élite:
Quando avete ospiti cinesi, non dimenticatevi di mettere a disposizione, non solo nei buffet, ma anche durante le riunioni, insieme alle bottiglie d’acqua minerale (meglio a temperatura ambiente) ponete sui tavoli dei termos d’acqua calda, gli ospiti cinesi ve ne saranno grati.
Collegato all’acqua calda, vien da sé, c’è il Tè.
Bevanda nazionale, oro verde cinese insieme alla giada. Sul tè avremo modo di dire molto e di entrare nel dettaglio, di scoprirne insieme varietà e sfumature, ma insomma, i cinesi amano il tè. E se possono scegliere, lo preferiscono al caffè, dunque se potete, dopo avergli fatto provare un espresso che berranno – nella maggior parte dei casi- più per farvi piacere che perché ne apprezzano davvero l’amaro sapore – tranne poche eccezioni – offritegli del tè.
Ma lo sapete, vero, che ci sono tè e tè?
Quando chiedete a un cinese se preferisce caffè o tè, vi dirà, probabilmente, tè; ma quando vi vedrà arrivare con una bustina di lipton lo vedrete rabbuiarsi un attimo, un sentimento di spaesamento che cercherà di mascherare con un sorriso e vi ringrazierà, berrà il tè, persino.
Dovete però sapere che in Cina non si beve tè in bustine, o meglio, l’unica eccezione sono le bustine di seta con dentro le foglioline intere e di qualità. Non è certo necessario che diventiate esperti di tè, basta poco.
Tip d’élite:
Basta che andiate a un supermercato fornito o in erboristeria e prendiate 50 o 100g di tè in foglie e che lo mettiate su un piattino o in un barattolo sul tavolo del buffet o su quello della riunione, vedrete sguardi grati e sollevati dei vostri ospiti.
Altrimenti, limitatevi all’acqua calda, nella maggior parte dei casi, vedrete i vostri amici tirar fuori dalle tasche o dalle borse delle esotiche bustine di carta alluminio di mille colori da cui tireranno fuori le foglie di tè da viaggio che ormai hanno imparato a portare con loro, mono porzione, per le emergenze.
Al "centro" tavola con i cinesi
Questo articolo fa parte della serie #Atavolaconicinesi.
Leggendo Centro-Tavola sono sicura che moltissimi di voi avranno immaginato quei bei vasi pieni di fiori o di ogni altro bene possibile che le nostre mamme e le nostre nonne piazzavano al centro delle tavolate natalizie o dei giorni di festa.
Bene, toglietevelo dalla testa per un attimo e pensate, invece, al centro fisico di un tavolo. Tenetelo a mente e concedetemi una piccola digressione d’obbligo per spiegare perché la “centralità” sia così importante per i nostri amici cinesi a tavola, ma non solo.
Molti di voi sapranno, per sentito dire magari, che la parola stessa che indica la Cina, in cinese, significa “Paese o o Regno del Centro” anche se spesso “centro” lì viene tradotto con “mezzo” e la Cina diviene il “Paese di Mezzo”, ma tenete a mente che quel “mezzo” non deve essere inteso come “tra” ma proprio come “al centro”. Guardatelo quanto è carino il carattere che significa “centro” 中, lo vedete bene che il quadratino è esattamente posto al centro della linea verticale.
Nella tradizione cinese era credenza generale che la terra fosse un quadrato e che il cielo fosse un cerchio (tenete a mente anche il cerchio, dunque abbiamo un centro e un cerchio) e che l’ombra tonda che il cerchio del cielo proiettava sul quadrato della terra, dunque la zona “Sotto al Cielo” (天下 tiānxià termine ancora oggi utilizzato per indicare il mondo intero), corrispondesse esattamente al territorio occupato dall’impero cinese. Dunque la Cina era il centro, il cerchio nel quadrato, ai cui angoli rimanevano le terre barbare potenzialmente colonizzabili.
Bene, fine della digressione e torniamo al nostro centro-tavola.
Ora dovreste meravigliarvi ben poco se vi dicessi che i tavoli in Cina sono per lo più tondi e che il cibo viene posto tutto al centro e che dai piatti centrali tutti coloro che sono seduti intorno al cerchio attingono.
Un tavolo tondo come il Cielo, dunque. Al cui centro si pone tutto il cibo.
Questa è probabilmente la più grande differenza da tenere a mente quando siamo a tavola con gli amici cinesi. Loro non sono assolutamente abituati al nostro modo di avere ognuno suo piatto, con la sua pietanza dentro che ognuno mangerà singolarmente.
Il modo di mangiare dei cinesi è estremamente più improntato alla condivisione rispetto a quello a cui noi siamo abituati, per questo se li poniamo di fronte al menù del ristorante e ci aspettiamo che scelgano un primo, un secondo e un contorno, li stiamo mettendo in grande difficoltà, gli stiamo chiedendo di fare qualcosa che per loro è completamente estraneo.
E poi c’è il pericolo del gusto. “E se ordino un piatto di quelli che l’interprete mi ha appena tradotto e che non conosco assolutamente e poi non mi piace? Perderò la faccia io e la farò perdere anche al mio amico italiano.” Ecco cosa pensano mentre sorridono con aria imbarazzata ascoltando le traduzioni dei menù.
Cosa fare dunque?
Tip d’Élite
Manteniamo la centralità
La scelta migliore perché i nostri ospiti cinesi mangino e non si sentano sotto pressione è quella di
ordinare noi più piatti diversi che vogliamo far loro assaggiare e metterli al centro del tavolo. Prendendo da lì si sentiranno meno sotto pressione e liberi di mangiare una quantità maggiore del piatto che preferiscono.
Continuate a leggere gli articoli della serie #Atavolaconicinesi per scoprire quali siano i piatti migliori da inserire in un menù per gli ospiti cinesi.
A tavola con i cinesi
Quasi sempre accade che se c’è una delegazione di ospiti cinesi si debba pensare anche all’organizzazione dei pranzi o delle cene da trascorrere insieme.
Se ai livelli più alti e più ufficiali il problema si pone relativamente perché le cene ufficiali non prendono poi così tanto in considerazione i gusti degli amici stranieri, le cose cambiano radicalmente quando sono delle aziende o gli organizzatori di eventi più piccoli a essere alle prese con i menù per gli ospiti cinesi, soprattutto se le visite durano più giorni e quindi un maggiore numero di pasti va pensato.
Se c’è un aspetto che lega la cultura italiana a quella cinese è senz’altro l’importanza che viene attribuita al cibo e al vero e proprio rito del mangiare insieme, che sia in famiglia, con gli amici o per un incontro d’affari, per cinesi e italiani se ciò avviene davanti a un piatto pieno e con un bicchiere colmo sotto gli occhi, è sicuramente meglio.
Sedersi intorno a un tavolo con amici, colleghi, partner e familiari è dunque un punto di incontro tra due mondi diversi, ciò che cambia, però, sono le consuetudini che regolano questi momenti di convivialità e sicuramente sono anche i contenuti di quel piatto e di quel bicchiere.
Ai cinesi piace mangiare italiano o meglio portarli ai ristoranti cinesi? Ordiniamo un risotto e li facciamo contenti? Meglio portarli a mangiare carne o pesce? E la pizza, la mangiano? Meglio un menù fisso o farli ordinare alla carta?
Per aiutarvi a risolvere questi interrogativi esistenziali e di fondamentale importanza, abbiamo pensato alla serie di articoli che seguiranno questo. Raccontateci anche voi se avete avuto esperienze in merito e come le avete gestite utilizzando l’hashtag #Atavolaconicinesi.
Di questa serie fanno parte:
Cinalateo: cosa fare e non fare con i cinesi
I cinesi, si sa, sono strani. O forse no, forse sono solo diversi da noi. Forse è solo che vengono da un altro mondo. Un mondo che si scopre solo quando ci si avvicina a esso, per rendersi conto che, a nostra quasi totale insaputa, lontano da noi, ma poi nemmeno così tanto considerando che anche anticamente ci siamo quasi trovati a essere imperi confinanti …
Ricordo ancora, una lontana mattina di ormai 10 anni fa – mentre ero in piedi davanti a una bacheca elettronica in cui comparivano gli orari delle lezioni del mio primo giorno di università -vedendo apparire la scritta: “Lingua e Cultura Cinese I” di essermi chiesta: “Chissà se i cinesi scrivono ancora con i disegnigni?”
Ebbene sì, non ne sapevo proprio niente. La Cina e i suoi abitanti erano dei grandi sconosciuti per me, allora, un po’ come possono esserlo per voi, oggi. Per voi che dovete però incontrarli per affari o perché c’è in arrivo una delegazione ufficiale dal Paese di Mezzo. Non ne sapete niente, vi appaiono come degli enormi punti interrogativi e vi sentite sperduti nell’organizzare un evento a cui prenderanno parte questi misteriosi personaggi dagli occhi a mandorla.
Più e più volte sul lavoro mi e ci è capitato di sentire organizzatori di eventi e clienti stressati di fronte all’organizzazione di un pranzo, alla sistemazione delle persone intorno a un tavolo. Proprio di recente la responsabile di un evento mi ha confidato di aver provato di fare delle ricerche su internet per capire come fosse meglio comportarsi con i cinesi, ma non di aver trovato granché.
Ed è così che nasce il nostro Cinalateo.
Un vademecum di tutte le “cineserie”, di tutti quegli aspetti particolari che è bene considerare quando si interagisce con gli amici cinesi. Cosa è il caso di fare? Cosa è invece il caso di evitare? La mano, possiamo stringergliela? E a tavola cosa diamo loro da mangiare? Perché se non abbiamo portato il biglietto da visita ci guardano male?
Cercheremo di rispondere insieme a queste domande e a tante altre ancora sperando di aggiungere qualche altro mattoncino utile al ponte di collegamento tra Italia e Cina.
L'importanza dei riti: il biglietto da visita
Se vi è mai capitato di incontrare per affari o a una conferenza un cinese, la prima cosa che deve avervi colpito di lui deve esser stata che, invece di darvi la mano e presentarsi, vi ha guardato, ha sorriso con aria anche lievemente imbarazzata, ha frugato nelle tasche e ne ha tirato fuori un biglietto da visita.
Ve lo ha poi passato, con due mani, ponendo le dita ai margini del biglietto, assicurandosi di non coprire le scritte e con il testo rivolto verso di voi (se ci ripensate, vi ricordate averlo visto controllare che la direzione fosse giusta, prima di allungare le mani verso di voi), non solo, sebbene sia cinese, vi ha dato il biglietto in inglese, solo dopo, probabilmente, vi sarete resi conto che il cinese c’era, ma era dietro.
Vi ha poi guardato, mentre lo prendevate e mettevate in tasca rimanendoci quasi male, poi ha atteso, ma voi, purtroppo, i biglietti ve li siete dimenticati a casa, oppure glielo avete dato, il vostro, con un sola mano, senza pensarci troppo e tutto in italiano … ma la cosa che vi ha colpito è che lui ha fatto finta di leggerlo uguale! Avete visto la sua espressione interessata guardare parole che, sapete bene, non ha idea di cosa significhino.
Perché lo fa? Perché lo scambio dei biglietti da visita è molto importante in Cina ed è un gesto veramente rituale a cui i cinesi, tutti, prestano grande attenzione. Cosa fare dunque per non sbagliare? Ecco i nostri consigli:
Tips d’élite: Dare un biglietto da visita
- Portare sempre con sé il proprio biglietto da visita se si partecipa a un evento con degli ospiti cinesi; non dare il proprio biglietto quando si riceve il loro è considerato scortese.
- Porgere il biglietto con due mani, tenendolo sui bordi e non coprendo le scritte;
- Porgere il biglietto dal lato inglese (o cinese se per caso doveste averlo) con il testo rivolto verso la persona che lo riceve;
- Attendere che l’altra persona l’abbia preso, a sua volta con due mani , e sorridere con un lieve inchino del capo.
Tips d’élite: Ricevere un biglietto da visita
- Ricevere il biglietto da visita con due mani;
- Leggere il biglietto possibilmente con attenzione e magari fare un commento sulla posizione dell’interlocutore o semplicemente ripeterla ad alta voce;
- Attendere prima di riporre il biglietto, se si è tavola, non poggiarlo sul tavolo, bensì, una volta letto, riporlo nel porta biglietti.
- Non mettersi il biglietto della tasca dei pantaloni, al massimo in quella della giacca.
L'importanza dei riti: i gradi e le gerarchie
I cinesi sono appassionati, per non dire quasi ossessionati, dalle gerarchie. In Cina in ogni azienda, per non parlare delle pubbliche amministrazioni, è sempre molto chiaro e cristallino il grado di ognuno e il rispetto per i superiori è fondamentale.
È molto importante, dunque, quando si organizza un evento e si invita un delegazione cinese, comprendere bene chi sia il più alto in grado della delegazione e ciò non vale solo per quelle ufficiali, ma anche per quelle aziendali e far sì che ad accoglierlo in Italia vi sia qualcuno di livello pari al suo.
Purtroppo succede che così non sia ed è spesso evidente, a noi che ci troviamo a far da ponti tra mondi diversi, la disillusione sul volto del capo cinese di turno quando si rende conto, dopo averlo chiesto molte volte, che non c’è nessuno di pari grado nella delegazione che ha di fronte. Ciò diviene quasi una offesa personale, perciò è fondamentale che vi sia sempre qualcuno di grado almeno pari a quello dell’ospite cinese nella delegazione che lo accoglie.
Quando ci si siede al tavolo negoziale è altresì importante che siano sedute una di fronte all’altra le persone con lo stesso grado delle due delegazioni.
Un secondo ordine di problemi sta nel fatto che alle volte due capi delegazione, uno cinese l’altro
italiano, possono avere le stesse mansioni, ma gradi diversi a causa della diversa organizzazione amministrativo-sociale dei due Paesi. In questo caso però sta all’interprete e noi di èlite simultanea, potendo contare sul nostro solido background culturale lo facciamo sempre, rendersi conto che nonostante i titoli siano diversi i due interlocutori uno la controparte dell’altro e mediare perché ne siano consapevoli.
Tip d’élite: far trovare al delegato cinese di livello più alto una sua controparte di uguale livello nella delegazione che lo accoglie.
L'importanza dei riti
“Se tu vuoi un amico addomesticami!” disse la volpe.
“Che cosa bisogna fare?” domandò il piccolo principe.
“Bisogna essere molto pazienti”, rispose la volpe. “In principio tu ti sederai un po’ lontano da me, così, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino…” Il piccolo principe ritornò l’indomani.
“Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora”, disse la volpe.
“Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. […] Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti”.
“Che cos’è un rito?” disse il piccolo principe.
“Anche questa è una cosa da tempo dimenticata”, disse la volpe. “È quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora dalle altre ore.”
Antoine de Saint Exupéry il Piccolo Principe
I riti sono importanti, uno dei quattro grandi classici della Cina antica è proprio il “Libro dei Riti” e se oggi non vi sono più i grandi rituali della Cina imperiale, tuttavia l’importanza che i gesti
rituali hanno per i cinesi è rimasta invariata.
Quando dico gesti rituali non intendo grandi cerimonie, bensì piccoli gesti quotidiani che per noi potrebbero essere insignificanti, ma che fanno la differenza quando ci troviamo di fronte a degli ospiti provenienti dal lontano est.
I riti di solito sono segno di rispetto reciproco e più si incontrano controparti cinesi di livello alto, più questi diventano fondamentali, alle volte noi italiani finiamo per fare delle figuracce non per volontà per semplice non-conoscenza di alcune piccole accortezze che possono, invece, farci guadagnare punti con gli ospiti cinesi.