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Sei un Potenziale Guerriero del Business con la Cina?
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Ti piace l’idea di lavorare nel commercio internazionale e di fare anche un po’ di spola tra l’Italia e la Cina, ti affascina gestire negoziati e trattative e anche il progetto di crearti una carriera di crescita professionale tutta tua.
So che ti ritrovi in tutto questo e ti faccio i miei complimenti!
Sono Caterina Russo, la Comandante dei Guerrieri del Business con la Cina e sono davvero felice di sapere che sei potenzialmente uno dei nostri!
Ora hai le idee chiare e sai che il mondo del Business con la Cina è destinato a diventare il campo di battaglia in cui puoi fare la differenza, ma quanto ne sai davvero?
Lo puoi scoprire facilmente grazie a questo Addestramento di Base per Potenziali Guerrieri che abbiamo creato per te.
Come funziona il Mini-Addestramento?
Semplice! Tu leggi le prossime mail con attenzione e alla fine sei pronto a iniziare a fare sul serio nel mondo del business.
Ecco cosa prevede il Mini-Addestramento:
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Sfatiamo insieme le 3 false credenze su cosa vuol dire lavorare nel business con la Cina
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Ti svelo i 6 ingredienti che ti servono per proseguire con l’addestramento
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Ti spiego quali sono le figure professionali in cui un Guerriero del Business si può trasformare
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Ti mostro i 3 pilastri su cui costruire il tuo futuro nel business con la Cina
Sei pronto? Spada e scudo impugnati? Bene! Continua a leggere qui.
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Non si finisce mai di imparare
Non si finisce mai di imparare
Forse in molti dopo la laurea avranno pensato:
“Che bello è finita!”
“Dopo tanti anni possono dire addio allo studio!”
“Mai più lezioni!”
O almeno questo era quello che pensavo io quando un po’ di anni fa concludevo i miei studi accademici.
Ora, dopo anni di esperienza lavorativa, sorrido di quei pensieri un po’ ingenui ogni volta che mi ritrovo a studiare di nuovo, come la settimana scorsa quando ho preso parte alla Food Digital Week. È stata una intesa settimana di aggiornamento professionale sulle ultime tendenze del mercato del Food&Beverage cinese e sulle ultime normative della Cina in tema di importazione e sicurezza alimentare. Tra gli esperti presenti: Jiao Yang (direttore del centro di ricerca TBT dell’Amministrazione Generale delle Dogane Cinese), Zhang Zhongpeng (direttore della Camera di CommercioCinese per Import e Export di Medicinali e prodotti per la salute), Jan Carey (CEO dell’Infant Nutrition Council), e Andrea Gottschalk (social media strategist diDigiant Global).
Ormai non conto più quanti corsi ho seguito o quanti articoli e report ho letto in questi anni di lavoro nell’import di prodotti alimentari italiani in Cina, ma ogni volta mi rendo conto che davvero non si finisce mai di imparare! Ed è vero soprattutto in Cina, dove tutto è sempre in rapido mutamento: modifiche ai guobiao, adattamenti dei dazi, nuove misure di controllo in dogana solo per citarne alcune.
Per essere dei professionisti in Cina, non basta dotarsi delle giuste skills e conoscenze specifiche del settore, ma bisogna continuare ad aggiornarsi e ad imparare anche dopo anni e anni di esperienza.
Lavorare nel settore Food & Beverage con la Cina: intervista a Vincenza Caputo
Il F&B è un settore molto affascinante e presenta diverse possibilità di inserimento lavorativo nell’ambito dell’export e dell’import per chi ha studiato cinese. Ma quali sono le possibilità di questo settore? Scopriamolo con Vincenza Caputo, una professionista che si occupa di import ed export con la Cina nel settore F&B.
Ciao Vincenza, parlaci un po’ di te: qual è stato il tuo percorso per lavorare nel F&B?
Dopo la laurea in Relazioni Internazionali – Curriculum Cina e una prima esperienza lavorativa, ho deciso di specializzarmi in internazionalizzazione di impresa e in import e export grazie a un percorso di professionalizzazione in materia dell’ICE – Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane. Questa formazione mi ha consentito di iniziare a lavorare nel commercio internazionale e dopo un'esperienza lavorativa che mi ha portata a Milano e a Miami, dal 2018 lavoro ad Hangzhou per un’azienda che si occupa dell’importazione di prodotti F&B italiani in Cina e della loro distribuzione sia offline che online.
Che tipo di azienda è e qual è il tuo ruolo in azienda?
L’azienda, essendo una JV italo-cinese a maggioranza italiana, collabora con l’ufficio dell’azienda in Italia che si occupa della fase di acquisti e esportazione mentre noi in Cina ci occupiamo principalmente della fase di importazione e distribuzione sul territorio cinese. Inizialmente, nell’azienda cinese non vi era personale italiano, ma hanno poi deciso di assumere una persona italiana che facesse da ponte tra le due aziende. Quindi il mio ruolo è di coordinamento tra le due aziende sia per quanto riguarda gli acquisti e il processo di export e import, sia per quanto riguarda lo sviluppo delle strategie di marketing e di sviluppo commerciale dell’azienda.
La tua formazione è stata sufficiente per poter lavorare in questo ruolo?
Terminata l’Università, ho svolto un tirocinio nell’Ufficio Relazioni Internazionali del Centro Italiano Ricerche Aerospaziali e durante questa esperienza mi sono resa conto di quanto la formazione ricevuta all’università fosse poco pratica e non molto utile lavorativamente parlando. Per questo, volendo svilupparmi professionalmente nel mondo dell’international business, ho deciso di intraprendere il Master dell’ICE in Internazionalizzazione d’impresa e export management. Infatti fare business con i clienti cinesi e dover a negoziare condizioni di vendita, contrattuali, di trasporto ecc. richiede una serie di competenze che vanno oltre la conoscenza linguistica.
Il master dell’ICE che ho frequentato è stato quindi fondamentale per il mio percorso successivo, poiché è un corso di professionalizzazione che mira a formare Export Manager, cioè persone capaci di capire e gestire i diversi aspetti dell’esportazione e del contatto con il cliente estero, con competenze di economia internazionale, marketing internazionale, contruattalistica internazionale, logistica, procedure doganali, pagamenti internazionali e tutela del marchio ecc. Tuttavia non era un master incentrato sulla Cina e non erano previste lezioni sul mercato cinese e di lingua cinese. Quindi ho dovuto acquisire personalmente il linguaggio del settore e il gergo tecnico in cinese e alcune competenze più specificatamente relative al mercato cinese che ho poi approfondito sul campo nel corso della mia esperienza lavorativa. Sicuramente in questo settore e soprattutto negli ultimi anni, oltre a una buona conoscenza della lingua cinese, è necessaria una formazione specialistica e professionalizzante, che tenga conto anche delle peculiarità del mercato cinese.
Lavorare in Cina è stata per te una scelta o una necessità?
Quando mi è stata offerta la possibilità di venire a lavorare per quest’azienda ad Hangzhou, lavoravo già nell’Ufficio Commerciale e Marketing di un’azienda di Milano, e quindi per me lavorare in Cina è stata una scelta e non una necessità dettata dalla difficoltà di trovare lavoro in Italia. Infatti anche in Italia, nel settore dell’import ed export e nel F&B, se si è dotati di una professionalità, esistono opportunità di lavoro. Seppure è vero che il costo del lavoro è certamente differente tra Italia e Cina, anche le aziende italiane sono disposte ad investire quando una risorsa è formata e apporta valore all’azienda. Quindi vi sono possibilità lavorative anche per chi, a mia differenza, non voglia lavorare in Cina ma in Italia, l’importante è conoscere questo settore ed essere dei professionisti.
Quali sono le possibilità di carriera in questo settore per chi ha studiato cinese?
In base a quanto ho avuto modo di osservare, esistono diverse possibilità sia in Italia che in Cina. In Italia sempre più aziende iniziano ad esportare verso la Cina e a sviluppare il proprio business verso il mercato cinese. Quindi nelle aziende italiane di F&B, a seconda della propria formazione e livello di esperienza, esistono diverse posizioni relative l’export verso la Cina: dall’assistente export/back office che si occupa della gestione degli ordini dei clienti cinesi e della preparazione della documentazione necessaria per le procedure di export e import (e conoscendo il cinese anche di traduzioni in cinese del sito, brochure, schede prodotto ecc. ), a quella del commerciale estero (Cina o più in generale Asia) che dall’Italia segue i clienti esteri con frequenti trasferte, a quella dell’Area Manager, soprattutto nelle aziende più strutturate, che opera sul mercato di riferimento. In Cina invece si può lavorare: come responsabile acquisti e import dall’Italia di aziende sia italiane, che cinesi, che internazionali; nel marketing per promuovere sul mercato cinese i prodotti enogastronomici Made in Italy e la cultura culinaria italiana della quale abbiamo una conoscenza che defirei “viscerale”; nel business development, sviluppando le vendite ai clienti cinesi; come coordinatori di uffici cinesi o le JV di aziende italiane, come nel mio caso; fino ad arrivare, dopo un po’ di esperienza, a lavorarci come General Manager o Direttore.
Qual è il tuo consiglio per chi ha terminato la laurea triennale e vorrebbe lavorare in questo settore? Proseguire con una magistrale o fare un master?
Nel mio caso ho scelto di proseguire con la magistrale durante la quale ho approfondito la conoscenza del cinese studiando più di un anno in Cina e poi ho seguito un master professionalizzante. Per lavorare in questo settore, infatti, sono necessarie sia una buona base linguistica che competenze tecniche. Se però si vuole iniziare l’inserimento lavorativo in tempi più brevi, consiglierei di frequentare direttamente un corso di professionalizzazione dopo la triennale, continuando a coltivare le competenze linguistiche per proprio conto, o almeno di scegliere una laurea magistrale più improntata al business con la Cina e cercare di fare delle prime esperienze lavorative o di tirocinio già durante la magistrale.
Quali sono i prodotti F&B da voi più importati?
Uno dei prodotti con la maggiore quantità importata è la pasta, per il quale possiamo godere del Country-of-Origin effect, quindi il Made in Italy viene percepito come un vantaggio in termini di qualità dal consumatore rispetto a prodotti concorrenti di altri paesi.
Un altro prodotto, ma più di nicchia, è il vino, che negli ultimi anni sta guadagnando quote di mercato anche se al momento l’Italia resta solo il quarto esportatore di vino verso la Cina. L’auspicio è che nei prossimi anni, anche grazie alle campagne di marketing e promozione in atto come il programma “I Love ITAlian Wines” dell’ICE, la quota del vino italiano in Cina possa raggiungere quella della Francia, che al momento è il primo esportatore di vino verso la Cina. Infatti, i vini francesi sono stati introdotti e promossi in Cina più di 30 anni fa, molto prima di quelli italiani e quindi godono di un maggiore riconoscimento rispetto ai vini italiani. Quindi, bisogna riuscire a spiegare al consumatore cinese che il vino italiano non è secondo per qualità a quello francese e che l’Italia, così come la Francia, ha una lunga storia e tradizione nella produzione di vino e che ogni anno si contende con la Francia il primato mondiale per produzione di vino.
Quali sono i canali emergenti per la distribuzione di F&B in Cina?
Come per la maggior parte dei prodotti, anche per la distribuzione dei prodotti alimentari le piattaforme di vendita online stanno assumendo un ruolo sempre più importante. Oltre alle piattaforme più note, come Taobao, Tmall e JD, ci sono anche piattaforme meno note come 拼多多PDD –Pingduoduo e gli e-shop di Wechat, e piattaforme di e-commerce transfrontaliero come Kaola 考拉海狗 e T-Mall Global国际天猫. Le vendite online in Cina continuano a crescere (+3.9% nel 2020 rispetto al 2019) con l’emergere, soprattutto in seguito all’epidemia covid, del fenomeno dei live streaming 直播da parte di KOL e KOC (Key Opinion Leader e Key Opinion Consumer). Queste figure, specializzate in una categoria merceologica, godono della fiducia del consumatore e durante il live streaming presentano, provano e giudicano il prodotto, promuovendone la vendita online.
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Vendere ghiaccio agli eschimesi o Vendere pasta ai cinesi?
Vendere ghiaccio agli eschimesi o Vendere pasta ai cinesi?
Sicuramente vi è capitato di usare o ascoltare l’espressione “vendere il ghiaccio agli eschimesi” per sottolineare la bravura di un venditore nel riuscire a concludere con efficacia anche le vendite più difficili ed improbabili.
Dopo anni di esperienza nel mondo del F&B in Cina, mi sento di dire che riuscire a “vendere la pasta ai cinesi” è un’impresa altrettanto lodabile.
Noi italiani cresciamo mangiando pasta e ci siamo abituati all’idea che la pasta sia uno dei simboli del Made in Italy nel mondo. Per noi, quando si dice Pasta si dice Italia, e non abbiamo tutti i torti se pensiamo che in molte lingue i termini utilizzati per tradurre la parola “pasta” sono presi in prestito dalla nostra lingua (dall’inglese “pasta” al “paasta” in Hindi, dal russo “makarony” al “spageti” indonesiano), e se pensiamo al cinese 意大利面 Yìdàlì miàn abbiamo proprio ragione a pensare che “quando si dice pasta si dice Italia”, letteralmente!
Cosa c’è quindi di difficile nel vendere la nostra pasta italiana ai consumatori cinesi?
Se avete vissuto in Cina, vi sarete trovati probabilmente anche voi a discutere con qualche cinese sulla paternità della pasta. Vivendo ad Hangzhou, che come ben saprete è stata visitata ed elogiata da un nostro famoso compatriota, non poche volte mi è capitato di sentirmi dire “Ah sei italiana, come Marco Polo, che dalla Cina portò la pasta in Italia”.
In realtà, prima che Marco Polo partisse per la sua spedizione in Cina nel 1292, gli italiani avevano già scoperto i piaceri culinari della pasta. La prima testimonianza scritta risale al 1154, quando il geografo arabo Idrisi descrisse la pasta che incontrò in Sicilia. Infatti sembrerebbe che la pasta fu introdotta proprio in Sicilia dagli arabi nel VII secolo. Ma questo in Cina conta poco, dove la versione più comunemente accettata è che la pasta sia stata inventata in Cina e da qui portata in Occidente da Marco Polo. E noi ora cerchiamo di “rivenderla ai cinesi”.
Da un punto di vista cinese, dunque, pasta è pur sempre 面miàn e pertanto paragonabile alla 挂面guàmiàn, la pasta secca cinese solitamente in forma di noodles. Se utilizziamo questa prospettiva per confrontare alcuni dati possiamo meglio capire perché “vendere la pasta ai cinesi” è un’impresa non da poco.
Noi Italiani siamo i primi consumatori di pasta al mondo con 23.1 kg di pasta consumati a testa all’anno (Dati 2019 da IPO – International Pasta Organisation), ma, dopo la Tunisia (17kg), seguono i cinesi con un consumo pro-capite di 挂面 guàmiàn pasta secca di 13.7kg (Dati 2018 dal 2020-2026年中国挂面行业产业运营现状及发展战略研究报告). Inoltre, la Cina è il primo produttore di “pasta” al mondo con oltre 8 milioni di tonnellate di miàn prodotti all’anno (Dati 2018 dal 2020-2026年中国挂面行业产业运营现状及发展战略研究报告) contro i 3.5 milioni di tonnellate prodotte in Italia (Dati 2019 da IPO – International Pasta Organisation). E se l’Italia resta il primo esportatore di pasta al mondo con un valore di 3 miliardi di dollari (il 29.9% del totale di export di pasta al mondo) la Cina è al secondo posto con 929.9 milioni di dollari (il 9.2% dell’export globale di pasta) (2019 – Dati: Worldstopexport).
Nonostante ciò, sempre più consumatori cinesi mostrano apprezzare la pasta italiana, come dimostra la crescita media di export di pasta dall’Italia verso la Cina del 10% negli ultimi anni (elaborazioni dati Comtrade, 2015-2019) e le decine di 万wàn di likes ai numerosi video su Douyin su come preparare un buon piatto di pasta all’italiana. Indubbiamente, anche per il mercato cinese, gioca a nostro favore il country-of-origin, COO (l’influenza del paese di origine di un prodotto sulla percezione della qualità e del valore di un prodotto o di un brand da parte del consumatore) legato alla pasta, ma bisogna saperlo comunicare e promuovere. L’esistenza del COO, quindi, non deve portare al preconcetto che il Made in Italy e la qualità da esso rappresentata siano riconosiuti a priori, e che quindi non è necessario alcuno sforzo da parte nostra per dimostrare l’effettiva esistenza dei vantaggi del Made in Italy rispetto a prodotti concorrenti.
Il cibo italiano è parte della nostra cultura e la sua qualità e bontà sono per noi indiscusse, ma se si vuole esportare i prodotti F&B italiani in Cina bisogna partire dalla consapevolezza che anche la Cina ha una forte cultura e tradizione culinaria, e ciò che per noi è un dato di fatto non lo è per i consumatori cinesi. Dunque, per introdurre con successo i prodotti alimentari ed enogastronomici rappresentativi del Made in Italy non si può fare a meno di un’adeguata strategia di comunicazione, promozione e posizionamento.
E credetemi, l’impegno che richiede non è minore a quello necessario per “vendere il ghiaccio agli echimesi”!
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SOS cinese in coma: 6 manovre pratiche di rianimazione
Ecco la ricetta in 6 punti per eliminare un pezzo alla volta il senso di inadeguatezza che accompagna te e il tuo cinese da subito.
“Wow, studi cinese! È difficile?”,
“Ma come fai a capirli quando parlano?”
“E tutti quei disegnini con cui scrivono li riesci a leggere?”
“Se andiamo al ristorante cinese le bacchette al cameriere gliele chiedi tu?”
Ogni mattina uno studente di cinese si sveglia e sa che dovrà sentirsi fare almeno una di queste domande. Sono certa che anche tu che mi stai leggendo adesso non fai eccezione e ti sei sentito dire queste parole centinaia di volte dal giorno in cui hai deciso che avresti studiato questa lingua così affascinante e…difficile. Sì, è inutile negarlo, è difficile e le domande piene di curiosità che ci fanno amici e conoscenti, in fondo in fondo, un pizzico di verità ce l’hanno.
Per riuscire a capire, a leggere e a parlare cinese servono tanto impegno, costanza, sudore, disperazione e nottate sui libri confidando nel potere dell’osmosi. So cosa stai pensando: “Io sui libri di cinese mi ci dispero eccome, ma che me ne faccio di tutta questa fatica se poi alla fine non riesco a capire cosa mi dice il cameriere, il vicino di casa cinese, il professore all’esame, né a trovare un lavoro?”
Ti capisco, a volte vedere la luce alla fine di questo tunnel non è semplice. Te lo dico tranquillamente, non hai tutti i torti.
Perché? La risposta è semplice: ti mancano le lampadine giuste per illuminare la strada verso l'uscita del tunnel e rimanendoci più a lungo del necessario rischi che si trasformi in una palude melmosa.
Fatica, disperazione e sudore sono luci troppo fioche, tu hai bisogno di un faro bello grosso a tre lampade: motivazione, voglia di mettersi in gioco e idee chiare.
Magari li avevi, o li hai ancora, è solo che ti dimentichi di pulire la plastica o di attaccare la spina del generatore, insomma, ogni tanto te li perdi per strada.
Pensa a quanto sarebbe bello continuare a guardare i caratteri sconosciuti che trovi su ogni testo non come se fossero dei nemici ma con la stessa luce negli occhi che avevi quando alla prima lezione di cinese hai scoperto che 明 non era altro che l’unione del sole e della luna. Prova a immaginarti mentre dialoghi con i tuoi amici cinesi, mentre guardi una serie TV, mentre leggi un articolo di giornale, mentre fai il check-in in un hotel nello Yunnan o mentre risolvi delle questioni in banca e in nessuna di queste circostanze ti viene il mal di testa perché il tuo cinese si è finalmente sbloccato e scorre fluido che è una meraviglia. Una prospettiva niente male, eh?
Se stai pensando che è troppo difficile perché non hai tempo di stare lì a fare continuamente esercizi di 听力 e 阅读, beh ti dirò che il problema è meno grande di quanto tu possa pensare, perché sto per darti 5 consigli su come riuscire a cambiare, un pezzetto per volta, ciò che del tuo cinese non va, e come continuare a migliorare e a perfezionarti staccandoti da quei libri su cui ti sei disperato così tanto.
做好准备吧!
Prendi carta, penna e una buona dose di determinazione: 千里之行,始于足下, quindi adesso non perdere altro tempo, tieni ben in mente l’obiettivo e inizia subito a mettere in pratica queste 6 strategie che, a prescindere dal tuo livello attuale, daranno una svolta al tuo cinese incerto!
LA PRIMA STRATEGIA
10 minuti di ascolto al giorno tolgono l’ansia da comprensione di torno!
Sei stufo di ascoltare sempre le stesse tracce dei dialoghi sul libro? Le hai ascoltate tutte e non sai più come continuare a migliorare il tuo 听力? Benissimo, è arrivato il momento di mettere da parte quei cd e di iniziare ad ascoltare anche qualcosa che ti interessi davvero e che ti tenga incollato alle cuffie senza annoiarti! Imparare quando si fa qualcosa che piace è sicuramente più semplice ed efficace. Per questo è importante che tu cerchi materiale che ti appassioni.
Cosa ascoltare? Hai davvero l’imbarazzo della scelta e internet è la chiave passepartout! Programmi tv, serie tv, telegiornale o pubblicità. Sono tutte risorse che si possono trovare gratuitamente e comodamente online, quindi anche se ti trovi lontanissimo dalla Cina o costretto a stare in casa, il tuo 听力 non ha nulla di cui temere. Su 优酷 (lo YouTube cinese), 爱奇艺 e Viki trovi materiale per tutti i gusti. In questo modo con un clic potrai abituare il tuo orecchio a più accenti, e troverai praticamente quasi sempre i sottotitoli a darti supporto (sì, tutti i programmi e i film cinesi sono dotati di sottotitoli anche quando vengono mandati in onda in Cina, un punto a favore di noi 老外).
Se invece non hai abbastanza tempo da dedicare a interi programmi o serie tv, non disperare. La soluzione esiste anche in questo caso, e sono i podcast, delle semplici registrazioni audio o video che hanno delle durate piuttosto ridotte e sono accessibili anche nei momenti in cui sei più impegnato: mentre corri al parco, mentre stai per addormentarti, mentre fai colazione, mentre sei in metro. Bastano un cellulare e un paio di cuffie, e il gioco è fatto. Generalmente i podcast sono registrati da parlanti madrelingua, quindi avrai modo di ascoltare audio con una pronuncia in perfetto 普通话.Con i podcast puoi migliorare l’ascolto e allo stesso tempo approfondire tematiche nuove e interessanti, ampliando il vocabolario in maniera piacevole e aumentando i possibili argomenti su cui vuoi essere in grado di conversare e, cosa da non sottovalutare, potrai mettere in pausa tutte le volte che vorrai per riascoltare le cose non capisci o per prendere appunti sulle espressioni nuove che ritieni particolarmente utili. Puoi ascoltarli su tantissime app, come ad esempio Ximalaya o Spotify.
LA SECONDA STRATEGIA
Riascoltati per aggiustare il tiro!
Una volta fatto 听力, è il momento di metterti alla prova e auto-testarti! Sono certa che anche tu ti sarai chiesto qualche volta “Chissà come percepiscono il mio cinese i madrelingua, chissà se ho una pronuncia terribile?”. Hai mai provato a dare tu stesso un giudizio alla tua pronuncia e al tuo modo di parlare, magari riascoltando delle registrazioni di te mentre parli cinese? Riascoltarsi è un ottimo modo per accorgersi di errori nella pronuncia e non solo, ed è un ottimo strumento per prendere consapevolezza di quanto e cosa c’è ancora da migliorare.
Per fare questo esercizio puoi partire proprio da uno degli audio che hai ascoltato nella fase 1. Ti ricordi quello che hai ascoltato? Ora prova a riassumerlo, in cinese, a parole tue e infilaci in mezzo quelle cose interessanti che ti sei appuntato mentre ascoltavi. Mentre parli, registrati e poi riascoltati. Fa miracoli risentirsi, per scovare errori che non ci si era nemmeno resi conto di aver fatto e, meraviglia delle meraviglie, per aggiustare un po’ i toni.
LA TERZA STRATEGIA
C’è sempre tempo per leggere qualcosa!
Adesso è il momento di dedicarti un po’ alla 阅读. Anche in questo caso vale la regola del punto 1: qualsiasi cosa va bene, basta che tu legga un po’. E non dirmi che non hai tempo di leggere libri e giornali perché anche in questo caso la soluzione c’è: bastano anche solo 10 minuti al giorno, mentre aspetti che si cuocia la pasta, mentre aspetti alla fermata del tram, mentre fai la fila in farmacia. Basta prendere il cellulare e il gioco è fatto: apri la bacheca su Wechat o Weibo, troverai sicuramente dei post interessanti da leggere, e allo stesso tempo potrai imparare qualche parola nuova dello slang giovanile o venire a conoscenza di notizie direttamente dalle app cinesi.
La parola chiave è sempre la stessa: interessante. Se scegli un testo che parla di un argomento che ti appassiona o sui hai voglia di apprendere lessico specifico, questo è il modo perfetto per migliorare le proprie abilità di comprensione scritta. Leggere e imparare parole ed espressioni nuove leggendo un testo che riguarda un argomento specifico renderà anche più facile memorizzarle. Esistono molte app cinesi per leggere testi, articoli e libri direttamente dal cellulare, e i cinesi spesso le usano quando si trovano in metro o in fila e vogliono riempire i tempi morti con il minimo sforzo e la massima resa. Tra queste vi sono ad esempio 读者杂志 e 掌阅.
Se invece preferisci fare una lettura guidata e graduata in base al tuo livello, esistono infinite app che ti consentono di selezionare letture in base al tuo livello HSK e di scegliere testi tra diversi argomenti e tematiche. Molte ti danno anche la possibilità di visualizzare il pinyin e la traduzione, di ascoltare il testo mentre lo leggi, di visualizzare le parole segnate con colori diversi in base al livello di HSK corrispondente. Tra queste app vi sono ad esempio Du Chinese, The Chairman Bao e Decipher Chinese. Ce n’è veramente per tutti i gusti e i livelli!
LA QUARTA STRATEGIA
Ogni scusa è buona per parlare!
Mettere in pratica quello che hai studiato fino a ora è fondamentale, altrimenti tutto quello che hai imparato presto o tardi finirà tristemente nel dimenticatoio. Ecco quindi che con questo quarto step voglio consigliarti di fare più esercizi di 口语 possibili.
Hai qualche amico cinese? Se sì, riapri Wechat e rimettiti in contatto con i tuoi vecchi amici conosciuti al bar a Sanlitun, parlare con qualcuno è un’ottima prova del nove per testare quanto imparato e per continuare ad aggiungere mattoncini sulle basi che hai già costruito.
Non ce l’hai ancora? Bene, è il momento di cercarlo adesso. Facebook e i social in generale, oltre che le varie app per fare scambi linguistici sono uno strumento perfetto per conoscere gente nuova con cui fare pratica. Se ne hai la possibilità, conoscere amici cinesi di persona è sicuramente anche meglio: cerca dei ragazzi cinesi che sono venuti in Italia per studio, approfitta delle cene al ristorante cinese per scambiare qualche parola con il cameriere, se vai a fare acquisti in un negozio gestito da cinesi metti da parte la paura e chiedi in cinese se quella maglia che ti piace tanto è disponibile anche in altri colori, cerca i negozietti meravigliosi in cui vendono tè e teiere e fate due chiacchiere sui tipi di tè e su quali ti consigliano di bere., chiedi indicazioni su come poter raggiungere un posto anche quando sai bene la strada. Ogni occasione è una scusa buona per scambiare due parole e mettere in pratica in contesti reali quello che hai imparato!
LA QUINTA STRATEGIA
Uno specchio per amico
Se non hai la possibilità di parlare realmente con un madrelingua, non scoraggiarti: anche parlare da soli è utile, soprattutto quando si è continuamente chiusi in casa e trovare altre occasioni di conversazione non è semplicissimo. Per fare pratica da solo ti occorrono semplicemente uno specchio e una buona dose di sicurezza.
Parlare davanti allo specchio è utile per
- avere l’impressione di avere qualcuno che ti stia ascoltando,
- avere un maggiore livello di concentrazione
- osservare anche come cambiano la forma e la posizione di labbra e lingua quando pronunci le parole più difficili.
Per fare pratica puoi leggere dei brani ad alta voce, riassumere il contenuto di un video o un podcast che hai ascoltato qualche ora prima o scegliere un argomento di cui parlare immaginando di partecipare a un dibattito. Avrai modo di tenere il tuo cinese sempre in allenamento anche senza nessuno fisicamente vicino a te.
LA SESTA STRATEGIA
No alla lista, sì al contesto!
Dimenticati le liste di 生词. Non fare quella faccia, hai letto bene. Niente più 生词, comincia a imparare le parole che trovi nei loro contesti d’uso ed espressioni combinate, non parole singole a casaccio.
Prendere una lista di parole in ordine alfabetico e senza nessun nesso tra loro pensando di impararle davvero ti farà venire solo un gran mal di testa. Prova invece a estrarre le parole nuove dai vari contesti in cui ti capiterà di trovarne e crea dei blocchetti di flashcard personalizzate e divise per argomenti, magari inserendoci dentro proprio alcune delle parole che hai segnato durante le letture o gli ascolti tematici. Crea mappe concettuali, fai in modo che si crei una connessione logica tra tutte le parole, ricordarle sarà sicuramente più stimolante e produttivo!
Giunto alla fase 5 sarai sicuramente pronto per ripartire dalla fase 1 ogni giorno con più fiducia e con un cinese sempre un po’ meno incerto. Applicando queste 5 strategie pronte all’uso e super collaudate, il tuo cinese diventerà sempre meno accademico e si avvicinerà all’arma di cui hai bisogno per lavorare!
A proposito, ti sei fatto un’idea di cosa voglia dire lavorare col cinese? Se ancora non ne hai idea, se stai finendo gli studi, o se pensi di saperlo ma non ne sei proprio convinto...non tutto è perduto e puoi richiedere proprio ora una sessione di Sino-Coaching Gratuito.
Il Sino-Coaching è un'esclusiva sessione di consulenza che ti permette di scoprire con precisione a che punto sei e cosa devi fare per trasformarti da sinologo sull’orlo della disperazione in un Professionista del Cinese.
Ecco come funziona il Sino-Coaching Gratuito
1. Prima di tutto faremo 8 rapide domande per conoscerti meglio e capire a che punto sei nella tua strada per diventare un Professionista del Cinese.
Le domande sono fondamentali per noi per poterti guidare al meglio nel tuo percorso di formazione, quindi rispondi con attenzione :)
2. In base alle informazioni che ci darai rispondendo alle domande attiveremo la tua sessione di Sino-Coaching Gratuito per guidarti verso il mondo del lavoro con il cinese.
3. A questo punto la tua parte è quasi finita, dovrai, infatti, controllare la tua email perché riceverai le istruzioni per le fasi successive.
4. Ti guideremo step by step con informazioni e spiegazioni su misura per te, per trasformarti nel Professionista del Cinese che sei destinato a diventare, sulla base della tua situazione, ti daremo informazioni e consigli su:
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Come migliorare il tuo cinese
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Come chiarirti le idee su chi sei e cosa sai fare davvero
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Come scoprire in cosa sei pronto a fare la differenza
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Come prepararti per affrontare al meglio un colloquio di lavoro
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Come scrivere un cv che funzioni
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Come sviluppare quei talenti che già hai, ma non lo sai
E molto, molto altro, sulla base di quello che ci dirai rispondendo alle domande.
5. Saremo lì per sostenerti e se avrai bisogno potrai prenotare una sessione di live-coaching con i nostri Coach.
Ci stai ancora pensando? Attiva subito la tua sessione di Sino-coaching gratuito, una consulenza a questo livello tarata precisamente sulle tue esigenze normalmente costa almeno 250-300€, ma noi te la regaliamo, perché ci teniamo davvero a cambiare le cose e a smettere di vedere centinaia di giovani sinologi perdersi alla fine degli studi e finire intrappolati in quella che chiamiamo la Palude della Sino-Disperazione.